Così diceva Platone qualche secolo or sono. Esistevano per lui due differenti tipi di medicine: quella per gli schiavi e quella per gli uomini liberi.

Per per Platone la prima medicina era quella che serviva solo a spegnere i sintomi, perché gli schiavi tornassero a lavoro il più presto possibile. La seconda, quella per gli uomini liberi, doveva invece andare alla ricerca delle cause della patologia, in relazione non solo al corpo ma anche al cuore e all’anima.

In un certo senso Platone ci riallaccia al discorso intrapreso all’interno della rubrica che in questi ultimi mesi ho dedicato al delicato concetto di salute.

Negli scorsi articoli ti ho parlato infatti della difficoltà a definire in realtà che cos’è la salute e di applicare la matematica al corpo umano. Gli esseri viventi, gli uomini più di tutti non sono infatti sistemi complicati ma sistemi complessi come hai potuto leggere il mese scorso.

Ti faccio un breve riepilogo dell’articolo precedente.

Un sistema complicato è un sistema che può essere spiegato dalla scienza classica. E’ un sistema che può essere scomposto in tutte le sue componenti e compreso analizzando ciascuna di esse. Un esempio di sistema complicato può essere il satellite artificiale. Il satellite per quanti elementi lo compongano ha un comportamento prevedibile agli occhi della scienza. Possiamo infatti studiare la sua traiettoria all’infinito attraverso la matematica e la fisica.

Un sistema complesso è quel sistema che non può essere spiegato attraverso le leggi della scienza classica e che può essere compreso solo se studiato nel suo insieme. Si può comprendere solo se si tengono presenti tutti gli elementi che lo compongono e le interazioni fra essi.

I sistemi complessi sono gli esseri viventi: batteri, piante, animali e gli esseri umani. Più il sistema nervoso è evoluto più il sistema è complesso. Gli uomini ad esempio sono esseri super-complessi perché hanno creato gruppi, colonie, villagi ed infine città e stati.

Applicare la matematica al corpo umano è un pò come trattarlo da schiavo, come diceva Platone. Purtroppo sempre di più ci stiamo avvicinando a questo tipo di medicina che non tiene conto di “cuore e anima”, quindi dell’uomo nel suo complesso.

Sarebbe giusto applicare questo metodo solo nei casi acuti ed estremi. Ad esempio al pronto soccorso per un infarto non avrebbe senso interrogarsi sulle emozioni, i sentimenti, il vissuto del paziente. In quei pochi minuti bisogna agire e il paziente è praticamente approssimabile ad un sistema idraulico da liberare.

Il problema è che questo metodico meccanicistico (tipicamente cartesiano) viene applicato anche a tutte le altre categorie di pazienti, ad esempio quelli con problematiche croniche. In questi casi, bisognerebbe tornare alla medicina per gli uomini liberi.

Il medico non dovrebbe dimenticare che l’essere umano è un sistema complesso, fatto di carne e ossa animati da sentimenti, emozioni e un vissuto che ci si porta alle spalle. La relazione terapeutica è di fondamentale importanza così come una visione a tutto tondo che non tenga conto solo dei sintomi e dei farmaci per spegnerli.

Il medico non dovrebbe dimenticare che la medicina non è una scienza ma una conoscenza. La medicina non è esatta, si serve solo delle scienze esatte come la biologia, la fisica, la chimica e al suo servizio ne fà un’arte.

Il medico non dovrebbe dimenticare di tornare ad un modello salutogenico e di investire più tempo e risorse alla ricerca della salute e non solo a spegnere la malattia. In questo modo l’avevano inteso gli antichi, compresi i padri della medicina come Ippocrate e Galeno.

Dott. Carlo Conte Osteopatia Napoli